Nel pieno caldo estivo, quando la natura è al suo apice, le api sono al lavoro per raccogliere nettare e polline dalle piante fiorite come il tiglio, il rovo, l’ailanto e il castagno. Questi piccoli insetti, con il loro incessante lavoro e la loro straordinaria capacità di collaborare, offrono una lezione preziosa su come dovremmo operare in un ambiente di lavoro. Proprio come in un’azienda, dove ogni individuo ha un ruolo cruciale da svolgere, le api ci mostrano come il lavoro di squadra, la comunicazione e l’adattamento continuo possono portare al successo.
La fioritura estiva e l’importanza del lavoro di squadra
Con l’arrivo dell’estate, diverse piante iniziano a fiorire. Questo è il momento per le api di lavorare insieme, raccogliendo nettare e polline. Ogni ape, dal bottinatore al guardiano, ha un ruolo specifico e contribuisce al benessere collettivo. Questa divisione del lavoro garantisce che l’alveare prosperi e cresca. Non c’è competizione; c’è solo collaborazione.
In un contesto aziendale, la lezione è chiara. Ogni membro del team, dal dirigente all’impiegato, ha un ruolo unico e insostituibile. Quando lavoriamo insieme, con rispetto e comprensione reciproca, raggiungiamo risultati che superano di gran lunga ciò che potremmo ottenere individualmente. La forza di un team risiede nella sua capacità di unire diverse competenze e talenti per raggiungere un obiettivo comune.
Mantenere la temperatura vitale con una buona comunicazione interna
Durante l’estate, le famiglie di api devono mantenere la temperatura del nido sotto i 36°C anche se la temperatura esterna è superiore. Anche temperature superiori ai 27°C possono mettere in difficoltà la colonia, provocando il surriscaldamento. Per evitarlo le api mettono in atto una serie di comportamenti.
Innanzitutto si spargono sia all’esterno che all’interno del nido in modo da abbassare la temperatura per convezione. Nelle giornate particolarmente calde è possibile osservare questo fenomeno perché le api si ammassano all’esterno dell’alveare. Se ciò non è sufficiente le api iniziano a ventilare sbattendo le ali e, nei casi estremi, le bottinatrici vanno alla ricerca di acqua che verrà distribuita sui favi in una sottile pellicola per ottenere un raffreddamento per evaporazione. E tutto questo è possibile solo grazie a un’ottima comunicazione all’interno dell’alveare.
Anche per i team aziendali l’estate è un momento cruciale. Poco prima del meritato riposo estivo è fondamentale gettare le basi per riprendere il lavoro a settembre senza troppa fatica. Per fare questo, i team devono mantenere una comunicazione chiara e aperta, anche in momenti di crisi e stanchezza. L’interazione naturale tra le persone e una buona comunicazione interna permettono di prevenire e superare malintesi e cambiamenti e rendono ogni membro dell’organizzazione consapevole del suo ruolo.
Innovazione e adattamento continuo
Che cosa possiamo imparare ancora una volta dalle api?
Le api sono maestre nell’adattarsi alle sfide. Cambiano comportamento in base alle condizioni esterne, mostrando una resilienza e una capacità di innovazione sorprendenti. Questa capacità di adattarsi e innovare garantisce che l’alveare possa affrontare qualsiasi sfida, anche le più dure come il cambiamento climatico in atto negli ultimi anni.
Come l’alveare, anche le organizzazioni devono affrontare sfide e sono spesso condizionate da fattori esterni. In un mondo aziendale in rapida evoluzione, l’innovazione è vitale.
Provare nuove tecnologie, sperimentare nuovi approcci, riadattarsi sulla base di cambiamenti interni o esterni: come le api, anche le persone devono adottare un atteggiamento di innovazione e adattamento per mantenere l’azienda al passo coi tempi. Innovare non vuol dire solo avere a che fare con nuove tecnologie, ma soprattutto avere un pensiero laterale che permetta di trovare nuove soluzioni ai problemi.
E l’alveare Interacta?
Ci eravamo lasciati con una situazione primaverile incerta, all’inizio della fioritura dell’acacia. Purtroppo maggio è stato un mese veramente anomalo, freddo ma soprattutto piovoso. I fiori di acacia sono sfioriti presto a causa della pioggia e le api sono rimaste inattive per diversi giorni. Non c’erano certo le condizioni per privare le api del miele raccolto fino a quel momento per cui la nostra apicoltrice Simona ha scelto di non prelevare i melari e lasciare il miele alla famiglia. Anche questo vuol dire fare apicoltura biologica e lavorare in modo sostenibile: raccogliere il miele solo quando è in surplus rispetto alle esigenze delle api e cercare di intervenire il meno possibile con la nutrizione artificiale.
Dalla seconda metà di giugno e in luglio la situazione è migliorata e i melari sono tornati a riempirsi grazie alle fioriture del rovo, del tiglio e del castagno e anche della melata.
Finalmente abbiamo potuto estrarre il primo miele dell’anno!